Remo Castellarin: un campione made in Manziana

Remo Castellarin, 24 anni, carnagione scura, capelli neri ed uno sguardo fiero e deciso di chi è desideroso di raccontare la propria storia. Segni particolari? Campione di motociclismo, nato e cresciuto a Manziana.
La sua carriera è iniziata a 16 anni quando per la prima volta si affaccia al mondo delle gare e subito dimostra di potere dire la sua,  ottenendo i primi risultati importanti. Nel 2009 nasce l’Associazione Cast. 16 corse che racchiude tutte le persone che, per professionalità e passione, ruotano intorno alla carena del giovane centauro manzianese. Lo incontriamo in una mattinata di ottobre, con un polso ingessato e tanta voglia di salire in moto dopo un breve periodo di stop.

A parte il gesso, come reputi l’ultimo anno di gare?

Direi proprio che è andato alla grande. Ho vinto la prestigiosa Premier National Cup e mi sono classificato sesto nella Superbike italiana. Un risultato davvero grandioso considerando che sono stato il primo nella categoria delle moto private. Anche gli anni precedenti non sono stati niente male: nel 2011 ho vinto la Coppa Italia Dunlop Gp 1000 con 8 vittorie su 8 e nel 2010 la Michelin Power Cup 1000. Insomma un crescendo costante.

Per i non addetti ai lavori, cosa significa correre con una moto privata?

Bè, significa contare solo sulle proprie forze senza fare affidamento su team delle case motociclistiche ufficiali. Provo a fare un esempio: io corro su una Bmw s 1000 rr. Tutto lo sviluppo tecnico, l’assemblaggio dei pezzi, la telemetria è curata dalla mia squadra, dove ci sono, tra gli altri, il mio papà ed il mio migliore amico, Jacopo Garofolo. L’obiettivo di qualsiasi motociclista è perciò quello di riuscire a correre su una moto ufficiale, con tutto quello che questo significa in termini tecnici e d’immagine.

Parlando di immagine, di sicuro il pensiero corre a campioni italiani di fama internazionale come Valentino Rossi e Max Biaggi. Pensi di potere arrivare a competere nei mondiali internazionali, magari proprio in moto Gp?

Bè, il sogno è propri questo. Per renderlo reale però servono tanti fattori che non sempre si riescono a mettere insieme. Serve talento, fortuna e soprattutto sponsor. Io ho iniziato a correre in 125 ma da subito ho preferito correre con una moto a 4 tempi e non più a due. Da lì è iniziata la mia rincorsa alle sponsorizzazioni, perché per correre in moto servono davvero molti soldi. Un week end di gare costa solo di gomme tra i 2500 ed i 3500 euro!

Accipicchia, si parla quindi di cifre altissime! Ma allora come spieghi il fatto che in altre Regioni, come l’Emilia Romagna, si sfornino campioni su campioni?

Lì la situazione è diversa. Lì i motori corrono nelle vene di tutti fin da piccoli. Pensate alla Ferrari, alla Ducati, case di fama internazionale nate in piccoli paesini emiliani. E’ proprio questa cultura dei motori che fa sì che molte delle difficoltà economiche che ogni pilota incontra vengono superate abbastanza agevolmente. Le carene dei miei colleghi emiliani sono pienissime di sponsor: si fa a gara per “finanziare” un giovane pilota locale. Da noi invece è diverso: la moto è vista come un pericolo, quasi come se non fosse davvero uno sport.

Quindi hai difficoltà nel reperire sponsor?

Assolutamente sì. E’ da tempo che avrei potuto fare il passaggio nella super bike internazionale ma proprio la carenza di fondi e sponsor me l’ha sempre impedito. Il 2013 sembra però essere l’anno giusto: il prossimo anno, se tutto va bene, correrò con una BMW ufficiale e avrò i treni di gomme gratuiti da parte della Pirelli. Due notizie che sottolineano come qualcuno stia investendo su di me, la mia passione ed il mio talento. Una cosa mi farebbe davvero piacere: sarei onorato di portare sulla mia carena sponsor di attività commerciali del mio paese. Finora non è mai successo ma confido che presto i miei compaesani crederanno in me come stanno facendo altri.

Prima hai parlato del rischio legato al mondo delle moto. Come vivono questa situazione in famiglia?

Loro mi hanno sempre appoggiato, sia moralmente che praticamente. Se sono arrivato dove sono lo devo anche a loro. Ti faccio qualche esempio per farti capire. Di recente in una gara ho rotto il motore e non avevamo proprio fondi per trovarne uno nuovo. La corsa però era fondamentale per il campionato, così papà ha smontato il motore della sua moto da strada ed ho corso con quello. Alla fine, tra lo stupore e l’ammirazione di molti, ho vinto ed ho dedicato la vittoria proprio ai miei genitori. Un’altra volta, nelle prove ero caduto ed avevo strusciato la tuta (una nuova costa 1500 euro): mamma senza pensarci troppo me ne ha comprata un nuova! Ecco, questa è la mia famiglia che riesce a starmi vicino ed a supportarmi nonostante il timore di vedermi sfrecciare sul rettilineo a più di 300 Km/h!

Il prossimo appuntamento in programma?

Il 14 ottobre a Vallelunga. Trasmetteranno la gara in diretta a partire dalle 13:20 su Sport Italia 1 o 2. E’ emozionante correre in circuiti dove il paddock è affollato di gente, di appassionati e di giornalisti. Poi per me questo è quasi il circuito di casa. Spero di fare bene nonostante il recente stop dovuto alla rottura del polso e magari dedicare la vittoria al mio paese, Manziana.

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