Oggi più che mai il mio pensiero va alle nostre donne che tutti i giorni, direttamente o indirettamente, sono protagoniste della nostra vita. Questa festa è nata negli Stati Uniti all’inizio del 1900 come strumento per sensibilizzare l’opinione pubblica sulla rivendicazione di diritti da parte delle donne (dal diritto al lavoro, a quello di voto).
Sembra impossibile ma, fino a poco più di 100 anni fa, in molti Stati che si definivano anche all’epoca avanzati, le donne non potevano lavorare e, se lo facevano, percepivano salari inferiori a quelli degli uomini e addirittura non potevano votare (in Italia è solo dal 1946 che questo avviene… 70 anni proprio quest’anno).
Da quei giorni di tempo ne è passato e molta strada è stata fatta: l’autonomia e l’emancipazione femminile sono oggi dei valori che in pochi mettono in discussione. C’è ancora molto da fare e purtroppo la cronaca nera ce lo ricorda quasi ogni giorno ma molti traguardi sono stati raggiunti. E proprio a riprova di questo mi piace ricordare alcune figure femminili che secondo la mia opinione hanno segnato l’anno appena trascorso:
– Samantha Cristoforetti, la prima donna italiana nello spazio. Grazie a lei abbiamo potuto apprezzare il nostro pianeta da un punto di vista unico ma sopratutto, attraverso i suoi occhi entusiasti, abbiamo scoperto la sua professionalità e il suo attaccamento al lavoro, più volte da lei descritto come il sogno della sua vita
– Le donne colpite dal virus Zika che con il loro amore incondizionato nei confronti dei loro bambini colpiti da microcefalia ci ricordano quanto la vita sia preziosa e come l’amore di una mamma per il proprio figlio superi ostacoli apparentemente insormontabili
– Infine Isobel, una delle ragazze sopravvissute alla strage del Bataclan a Parigi che già in altre occasioni pubbliche ho citato perché con le sue parole mi ha davvero commosso. Rientrando a casa, subito dopo gli attentati, scrisse “Mentre ero stesa nel sangue di sconosciuti, mentre mi fingevo morta per salvarmi, mentre aspettavo il proiettile che avrebbe messo fine ai miei 22 anni, ho rivisto ogni volto delle persone che ho amato e ho sussurrato ‘Ti amo’. Lo stesso faceva chi era steso vicino a me, i loro ultimi pensieri non erano di odio per gli animali che ci sparavano addosso, ma per le persone amate.”
Con queste sue parole semplici ha dimostrato a tutti come una sensibilità femminile sia capace di superare l’odio e di produrre amore anche quando quella parola sembra sgonfiata del suo significato più profondo.
Concludo infine con un pensiero rivolto a noi uomini: non solamente oggi ma durante tutto l’anno, stiamo vicino alla nostre donne, cerchiamo di supportarle, prendiamo come valore aggiunto i loro pensieri e le loro idee, anche se spesso diverse dalle nostre, e costruiamo insieme a loro un futuro migliore, per noi e per i nostri figli.
Il Sindaco
Bruno Bruni